Un pensiero fugace ti assale: dove è finito il mio cellulare?! Era in tasca fino a qualche momento fa! Ecco, quante volte ci è capitato di essere assaliti da questa “paura del distacco”? Se la risposta è “molte” allora Mark Miller, creatore del progetto imprenditoriale Social Media Detox e vincitore del bando CALLHUB, potrebbe avere la soluzione.
Allora Mark, ci puoi spiegare il tuo progetto “Social Media Detox”?
In una parola? Equilibrio. Anche se dal nome può sembrare controintuitivo, Social Media Detox è un progetto che mira a trasmettere dei comportamenti positivi attraverso esperienze immersive dove i partecipanti si trovano “lontani dalla tecnologia”. Queste esperienze possono essere di varie tipologie, dai ritiri nella natura alle giornate di formazione in scuole e altri istituti, con l’unico obiettivo di evidenziare quanto il nostro rapporto con il digitale - e la tecnologia, di conseguenza - sia fatto da automatismi che non ci rendiamo nemmeno conto di avere. Non intendiamo promuovere uno stile di vita privo di tecnologia, ma piuttosto una riflessione che porti ad avere un maggiore controllo su di essa, di modo da vivere una vita correttamente bilanciata tra digitale e non.
Quindi l’obiettivo tuo e dei tuoi collaboratori non è prendere le distanze dalla tecnologia?
Affatto! In realtà è bastata l’esperienza della pandemia a rendere evidenti i limiti di una quotidianità senza connessioni digitali. In quel periodo abbiamo avuto la conferma che tutti noi necessitiamo una connessione con il mondo virtuale che ci circonda, anche se questo non significa che debba creare dei comportamenti di dipendenza dai quali è difficile prendere il distacco. La tecnologia non è un male, è l’uso che se ne fa che rende il tutto più “complicato”.
E dicci, quando e come è nato il tuo progetto imprenditoriale?
L’idea è nata nel 2017, mentre mi trovavo a Milano per completare i miei studi in Scienze Ambientali. Con i miei colleghi universitari eravamo soliti passare lunghe sessioni di studio davanti al computer, spesso in ambienti scuri o sotterranei e, dopo giornate lontani dall’aria aperta, ci sembrava normale voler passare quanto più tempo possibile all’esterno. Da qui è nato il desiderio di voler evadere la nostra quotidianità e l’ambiente urbano organizzando dei momenti di ritrovo in montagna, per ricaricare le batterie e concentrarci meglio sui nostri obiettivi grazie alla lontananza dalla tecnologia. La formula si è dimostrata vincente perché, poco dopo, abbiamo organizzato il primo Digital Detox in Trentino, il quale ha dato i natali all’attuale progetto Social Media Detox. Ad oggi riusciamo ad organizzare attività coinvolgendo persone provenienti da Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e, in alcuni casi, anche dal nord Europa, sempre situate in Trentino - data la sua naturale predisposizione- .
Il progetto Digital Detox si ispira a qualche iniziativa già esistente?
In realtà l’idea originale nasce da Levi Felix, responsabile di una startup della Silicon Valley che era arrivato a lavorare quasi ottanta ore in settimana per via dell’amore e della fiducia che nutriva nel suo progetto imprenditoriale. Dopo essere stato ricoverato in ospedale per l’affaticamento smisurato del suo fisico, aveva deciso di mollare tutto e di reinventarsi un nuovo stile di vita lontano dagli schermi e a contatto con la natura. Ecco, da questa sua esperienza e dal suo impegno attivo nell’organizzazione di attività immersive lontane dalla tecnologia è nato il concetto di Digital Detox. Il mio team ed io riteniamo abbastanza emblematico anche l’anno d’inizio del nostro progetto, il 2017, che coincide con la scomparsa prematura proprio dello stesso Levi Felix che aveva ispirato il nostro progetto.
Curiosità: quali sono i feedback che arrivano dalle persone che partecipano alle vostre attività?
Qui devo fare una distinzione: un conto è essere sensibili ad una causa e un conto è abbracciarla e viverla a pieno. Incontro tante persone che si dicono favorevoli ad esperienze promosse dal mio team ma, nel momento della verità, preferiscono sottrarsi e non mettersi veramente alla prova. Sembra una cosa banale, ma in verità ci vuole un certo coraggio a mettersi in gioco in questo senso, specie per le persone che si trovano a fare un uso smodato della tecnologia. Chi riesce a superare questo primo scoglio deve poi superarne un secondo, ovvero il concedersi di vivere un’esperienza autentica e soprattutto lontana da aspettative e pregiudizi. Solo in questo modo i partecipanti comprendono davvero cosa significa il termine “detox” e, a quel punto, i feedback sono generalmente molto positivi.
Ultima domanda Mark: ci puoi fare un esempio di un vostro ritiro Digital Detox?
Certamente, anzi, ce ne sarà uno proprio ad inizio 2024! Nel prossimo “Winter Detox 23-24” i partecipanti potranno vivere un’esperienza immersiva e dinamica fatta di laboratori, trekking, giochi di gruppo e attività serali completamente liberi dalle ansie di notifiche e chiamate indesiderate. Il ritiro si terrà sabato 27 e domenica 28 gennaio 2024 presso l’ostello L’OST di Grumes (TN) ed è rivolto ad un pubblico compreso tra i 18 e i 35 anni, proprio perché per noi è fondamentale che questo messaggio arrivi ad un pubblico più eterogeneo possibile: non è mai troppo tardi per ritrovare il giusto equilibrio digitale nella nostra vita.