Non solo per platee gigantesche: il public speaking, ovvero l’insieme di pratiche e tecniche necessarie per avere una corretta impostazione nella comunicazione con un vasto numero di persone, può essere un formidabile strumento per affinare la capacità di un professionista nell’esprimere idee, pensieri o concetti al prossimo. Essere puntuali nell'esprimere il proprio punto di vista o nello spiegare un determinato prodotto/servizio offerto può più e più volte essere la vera discriminante tra un buon rapporto lavorativo e un insuccesso, specie se ci si trova all’inizio del proprio percorso professionale.
Grazie all’intervento di Francesco Apuzzo, lavorologo di professione e formatore di public speaking di lunga data, le vincitrici e i vincitori del bando CALLHUB hanno potuto cimentarsi in un ambiente protetto e amichevole, al riparo da giudizi poco costruttivi. Perché questo aspetto è così importante per poter imparare a padroneggiare correttamente le tecniche del public speaking? Sembra banale, ma il problema sta proprio nel parlare “in pubblico”, anche se quest’ultimo è di appena sette persone. In molti infatti affermano che elementi come l’ansia di sbagliare o il giudizio del prossimo possano costituire un vero e proprio ostacolo nella buona riuscita di un discorso, nonostante l’impegno impiegato nella sua preparazione.
Per arginare questi “inconvenienti” è necessario lavorare sulla propria voce e imparare a conoscerla con esercizi mirati. Lo stesso si può dire del corpo, spesso ritenuto meno importante nella comunicazione ma che, dati alla mano, svolge un ruolo decisamente più importante rispetto alle parole nel veicolare dei messaggi. Lavorare su questi aspetti richiede esercizio e dedizione, oltre alla capacità di mettersi in gioco e superare il timore di essere giudicati, ed è proprio per questo motivo che sta all’abilità del formatore il compito di creare questi presupposti.
Esercitazioni, cronometri, riprese e teoria: non è mancato nulla nel corso del pomeriggio di formazione e, grazie all’ironia, è stato possibile raggiungere risultati che forse in pochi tra le vincitrici e i vincitori del bando speravano di ottenere. I giovani professionisti si sono infatti cimentati in prove creative a tempo e di fronte ad una telecamera, strumenti utilissimi per analizzare la propria performance a posteriori e poter apprendere dalle proprie difficoltà. Le risate di certo non sono mancate, ma nel complesso il tutto ha favorito il sedimentarsi delle informazioni, spianando la strada alla crescita personale e professionale.